Nota critica

Le fantasmagorie

Nelle sculture di G. Varani coabitano echi lontani di potenti misteri ancestrali. Le sue interpretazioni plastiche della figura hanno essenzialità e risolutezza, e mentre parlano un linguaggio moderno dichiarano una loro primitiva origine per condurci più vicini al mistero della vita e della creazione.

Varani immortala cose sublimi e arcane che riguardano il mondo dello spirito. La sua straordinaria capacità di trasfigurare le forme senza tradire l’essenza della realtà sensibile rappresenta la sua concretezza di visione.

Scarna di elementi naturalistici la sua produzione è forte di una essenzialità figlia dei linguaggi modernisti tra il simbolo e l’astrazione e i suoi volumi hanno carattere di monumentalità anche nel piccolo formato.

Le forme e le superfici levigatissime e morbide, sensibili alla luce, tendono a valori di purezza e si proiettano in uno spazio astratto: fuori da una estetica del momento e da un racconto cronachistico nel loro antinaturalismo lineare e sofisticato sono concepite dall’ autore quali incarnazioni di verità supreme e trascendenti che riguardano l’uomo e l’arte.

Il risultato è un mondo di figure fantasmagoriche sospese tra realtà e mistero.

L’artista davanti alla sfida della materia marmo salva tutta l’energia che è in essa e con grande sapienza tecnica e sensibilità trasferisce nella profonda originalità delle sue creazioni plastiche in una visione unitaria concetti di vita e manifestazioni d’amore.

Testi a cura di Eles Iotti – storica dell’arte –

ESTASI e SPIRITUALITA’

L’arte di Giorgio Varani nasce essenzialmente da uno studio, attento e perspicace, della figura umana, secondo modalità espressive liriche, entro le quali si sostanzia un discorso figurale in cui convergono attenti studi volumetrici. Sembra infatti che questo eclettico scultore abbia fatto proprie quelle regole profondamente iscritte nel dna canoviano di leggerezza e di spiritualità da esperire nel marmo, che consentono a questo autore di articolare un cammino di compiuta forza tonale.

C’è una sorta di essenzializzazione in questo suo iter compositivo, nella quale ritorna, sostantivandosi il doppio; una dualità che si spinge verso una verticalizzazione nascente in seno alla quale Giorgio Varani svela una prossimità che ama lasciar scoprire all’osservatore.

Sculture della temperatura stilistica di l’inizio , Intesartistica e Unione, danno infatti la misura di una capacità narrativa assoluta e invidiabile, la stessa che si ritrova nell’inappuntabile gesto maiuetico grazie al quale questo autore riesce a modellare il marmo con risultati sempre sorprendenti.

Identici risultati espressivi sono raggiunti nei non rari lavori a tema sacro, come Cristo, articolato secondo precisi dettami metasintattici, e Il Creatore, opera connotata da una mano sensitiva che pare voler dare vita all’universo intero secondo un moto osmotico e circolare.

Infine vale davvero la pena ricordare che nell’arte di Giorgio sono presenti diverse, importanti sculture di carattere intimista, come Romeo, Il Bivio e Recessi, che danno la misura della precisa dimensione estetica di questo artista.

Simone Fappanni

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